lunedì 21 marzo 2016

Un filo rosso che attraversa i millenni



Ogni volta che i miei occhi si soffermano sul fuoco, penso al primo uomo che lo vide.
Quel giorno doveva esserci un cielo nero e minaccioso, l'aria era pesante e gonfia di un odore di umidità, il vento che soffiava da nord non prometteva nulla di buono. Il nostro antenato si strinse nelle spalle mentre cercava il suo riparo per la notte. D'improvviso un fulmine abbagliante divise quelle nuvole in due, un rombo assordante fece tremare tutto quanto. Quell'uomo chiuse gli occhi, strinse i denti, un gesto istintivo... poi, quando lì riaprì, quella luce che aveva attraversato il cielo si era posata sulla terra e la sua forza devastante aveva tagliato in due un albero robusto, facendolo schiantare al suolo. Lui ne ebbe paura, istintiva anch'essa.
Era un uomo come tutti gli altri, ma di tutti gli altri era più curioso. Si avvicinò. Pochi passi e non ebbe più bisogno di stringersi nelle spalle. Contemplò quel dono che il cielo aveva voluto offrirgli.
Ciò che videro i suoi occhi è esattamente ciò che vedono i miei.

Michele Vescio 

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